l pane carasau deve la sua particolare forma alla misura de sas bertulas, le sacche che stavano ai lati del cavallo e venivano utilizzate per trasportare il pane durante la transumanza dai pascoli di montagna a quelli in collina e pianura. Ma serviva anche alla normale provvista delle famiglie: ricoperto di panni di lana e dentro le caratteristiche corbule di asfodelo, il pane carasau poteva essere conservato per molto tempo senza perdere di consistenza o di sapore. Per chi va alla ricerca della genuinità e dei sapori perduti, questo pane tipico può essere consumato in molti modi e le ricette in cui può essere utilizzato sono davvero innumerevoli. Il consumo a secco è particolarmente gradevole, grazie alla consistenza biscottata; ottime le varianti guttìau (unzione con extravergine d’oliva, salatura e ripasso in forno), e frattàu (simile ad una lasagna).
È notte. La padrona fa accendere il forno; poi chiama le ragazze che lavoreranno la pasta fino a tirarla col matterello in tanti ampi dischi dal colore dell’oro. Così plasmate, le sottili sfoglie finiscono di fermentare coperte da lunghi candidi teli di lino grezzo. Al primo canto del gallo la massaia solleva il panno e vi scruta dentro con discrezione, come se tra le pieghe riposasse un bimbo dormente; e dall’odore… dall’alito del pane ne sente la giusta maturazione: allora, senza parlare, siede davanti al forno, acconcia il fuoco, spazza ben bene la cenere e, finalmente, con gesto sicuro, depone il pane nel rosso grembo caldo.
D’incanto, come una madre generosa palpitante di vita, la grande luna gialla si gonfia… quasi a perpetuare il miracolo del promesso grano che sorge dalla terra, quando è giunto il tempo del germoglio. Il nuovo pane è diviso poi in due fogli, che vengono biscottati per farli diventare croccanti… dolci e buoni come dolce e buono è il ricordo di una felice giovinezza.
Si è fatta l’alba. Nella casa del forno, come grandi diademi dorati, uno su l’altro, lentamente, i pani si elevano in fragranti colonne, e tra vapori odorosi di buono cantano, per chi ancora sa intenderlo, un inno alla laboriosità dell’uomo… alla bellezza dei doni del mondo… Ecco ciò che abbiamo in mente quando facciamo il “carasau” per voi… Perché è la genuinità della tradizione che fa la bontà del nostro pane!